L’elettrostimolazione 2° parte
L’eletrostimolazione 2° parte
Nella prima parte ho iniziato a trattare le finalità terapeutiche ed allenanti derivate dall’uso dell’elettrostimolatore. In questo approfondiremo alcuni aspetti derivati dal suo corretto uso per ottenere un miglioramento delle prestazioni muscolari grazie al lavoro effettuato dai muscoli sottoposti alla stimolazione. Questo stimolo fisiologico prodotto dalla depolarizzazione della placca motrice può essere riprodotto artificialmente con l’applicazione di correnti elettriche ad attività depolarizzante, questa metodica determina, passivamente, l’attivazione del processo di contrazione. Una domanda che frequentemente mi viene posta, quando propongo ad un atleta un lavoro integrativo di elettrostimolazione muscolare, le finalità intese come migllioramenti prestativi in uno sport come il ciclismo. Ebbene da un punto di vista strettamente fisiologico non ci sono studi che hanno approfondito tale argomento, ma questo è il sollito motivo che accompagna il lavoro di un metodologo dell’allenamento , nel senso che se per impostare programmi di allenamento si dovrebbe far riferimento ai vari ricerche svolte da fisiologi inerenti il ciclismo ci instaurerebbe un tale appiattimento concettuale che impedirebbe nessuna innovazione metodologica riguardante l’allenamento. Quindi non rimane che affidarsi all’esperienza maturata sul campo cercando di affinare i personali metodi di lavoro. Per tornare alla domanda rispondo che l’applicazione di carichi eccessivi alla muscolatura delle gambe, come in altri settori muscolari, utlizzando carichi eccessivi costituiti da pesi o da esercitazioni specifiche in bicicletta come le salite forza resistente utlizzando un rapporto di sviluppo metrico troppo elevato, determina dei microtraumi del sarcolemma che vengono riparati con esiti cicatriziali che presentano una volumetria maggiore rispetto alla quantità di materiale perso nella lesione. Ciò porta ad un aumento di volume della massa muscolare stimolata, aumento che non è dovuto a massa muscolare ma ad incremento del tessuto connettivo interfibrillare. Per ovviare ciò o si seguono delle esercitazioni di allenamento sia con sovraccarichi sia specifiche in bicicletta mirate e soprattutto con dei carichi esattamente calcolati, o si rischia in uno sport come il ciclismo di ottenere un risultato negativo al lavoro che ha come fine lo sviluppo della forza nelle sue varie forme. In questo ho potuto verificare che l’elettrostimolazione è di aiuto per ovviare i fenomeni sopra menzionati Alcuni lavori tedeschi, firmati da Muller e coll., mettevano in evidenza, già molti anni or sono, della possibilità di indurre anche in maniera passiva la trofizzazione della fibra muscolare. Muller dimostrò che i tempi di contrazione inferiori agli otto secondi non determinano incrementi di forza, mentre tempi di contrazioni superiori agli otto secondi portavano un aumento della forza simile a quella ottenibile con varie esercitazioni con pesi o specifiche, ma senza generare dei marcati microtraumi del sarcolemma, quindi senza aumentare il volume muscolare che poi determina un incremento del peso corporeo fattore notevolmente controproducente nel ciclismo. Naturalmente questa introduzione è generalizzata sull’argomento, per entrare nelo specifico dell’argomento la struttura del lavoro di stimolazione passiva che sarà indirizzato al ciclismo, dovrà avere contenuti più specifici e mirati, in quanto nella contrazione volontaria ad un determinato movimento, come quello della pedalata, così come nell’elettrostimolazione esistono innumerevoli diversi tipi di lavoro muscolare, più o meno idonei per le varie discipline sportive o settore di una di loro. Ad esempio, il lavoro muscolare che interessa ad un velocista su pista, non deve ricalcare la stessa natura di uno stradista. Per andare incontro a questi diversi metodi d’allenamento abbiamo preso in esame e testato un elettrostomolatore di una nota marca in quanto esso prevede vari tipi di programmi riguardanti la:
- Forza
- Forza esplosiva
- Resistenza aerobica
- Resistenza alla Forza
- Capillarizzazione
- Recupero attivo
In questo numero tratteremo i programmi riguardanti la Forza e la Resistenza alla forza.
Innanzi tutto ci sono degli elementi da considerare per la corretta applicazione degli allenamenti mediante l’eletrrostimolatore è necessario effettuare alcune scelte in conformità a diversi elementi: le scelte da effettuare e le regole da seguire riguardano.
- La scelta dei settori muscolari da stimolare
- La scelta del programma di stimolazione
- Determinazione del livello (1,2,3,4,5)
- Il numero delle sedute settimanali (microciclo)
- Il numero delle settimane di stimolazione (mesociclo)
- La posizione metodologica rispetto alle sedute d’allenamento volontarie
- La progressione dell’intensità dei vari livelli
- La regolazione dell’intensità di stimolazione
- La posizione del corpo e dei distretti muscolari durante la stimolazione
la scelta dei settori muscolari da stimolate è ovviamente orientata quelli primariamente coinvolti nella disciplina sportiva praticata.
Nel ciclismo i glutei, quadricipiti, vasti, il femorale e i polpacci, ma non solo questi, infatti, è altresì importante stimolare gli addominali e i lombari per mantenere un ottimale equilibrio posturale respiratorio, specialmente quando, iniziata la fase agonistica, comunemente si tralasciano la pratica degli esercizi volontari che li interessano.
L a scelta del programma di stimolazione come abbiamo detto in apertura, prenderemo in esame quel riguardante la Forza e La resistenza alla forza.
Il rimo consente di sviluppare, per qualsiasi muscolo, la forza massima di contrazione. Nel ciclismo tali programmi sono molto utili e trovano una perfetta posizione. Nella fase di preparazione generale e nelle altre fasi come coadiuvante nei richiami periodici delle esercitazioni specifiche in bicicletta riguardanti la Forza e la Forza resistente che poi spiegheremo.
La determinazione del livello stimolazione che è articolata in cinque programmi (dal primo al quinto), la cui scelta dipende da un lato dalla qualità e dalla qualità da’ allenamento volontario settimanale svolto in bicicletta o in palestra, dall’altro dalla risposta individuale ad un determinato programma e livello. Essa dipende dal reclutamento delle diverse fibre muscolari coinvolte nella stimolazione sia volontaria sia volontaria, che è soggetta al tipo di programma d’allenamento che si sta svolgendo, Quindi è necessario acquisire una certa manualità ed esperienza nell’usare l’elettrostimolatore intesa come saper valutare l’esatta calibrazione dello strumento al fine di ottenere il massimo risultato muscolare.
Il numero delle sedute settimanali. ( microciclo) Per coloro che iniziano ad usare l’elettrostimolatore possiamo consigliare innanzi tutto di stabilire l’obiettivo della stimolazione nell’ambito del proprio allenamento ciclistico nella situazione del periodo di preparazione annuale. Una volta determinati tali scopi si utilizzerà il programma più idoneo per il tipo di periodo esempio, riposo, sospensione forzata, riallenamento, preparazione, agonistico
Personalmente i programmi della forza ritengo sia molto più produttivi applicati al ciclismo nei periodi di preparazione generale e speciale, quando non si sono ancora stabilizzati i vari adattamenti muscolari e quindi è possibile continuare a stimolare le fibre muscolari al fine di ottenere un più lungo mantenimento della forza di base.
La durata del mesociclo è dipendente dal grado d’intensità con cui si sono effettuate le sedute di stimolazione. Generalmente un ciclo di stimolazione variano da un minimo di quattro ad un massimo d’otto e sono correlate alle fasi d’allenamento volontarie sia a carattere generale sia specifico.
Le sedute di stimolazione come detto possono essere utilizzate durante l’allenamento volontario o in altri periodi, e svolte, o singolarmente o nella stessa seduta. Nel secondo caso il protocollo da seguire è di far precedere la stimolazione all’allenamento volontario, affinché quest’ultimo non sia eseguito su fibre muscolari già affaticate.
Tale metodica è particolarmente importante per gli allenamenti riguardanti, la forza.
Negli allenamenti finalizzati all’incremento della Resistenza alla forza, invece si deve invertire l’ordine metodologico. Si dovrà utilizzare prima dell’allenamento volontario, il programma di Resistenza alla Forza, per ottenere un pre affaticamento locale delle fibre muscolari senza andare ad interessare a livello generale e cardiovascolare alcun tipo di sforzo, consentendo così allo sforzo volontario applicato alle fibre reclutate, precedentemente sottoposte a lavoro di incrementare in modo più rapido e sensibile il metabolismo glicolitico.
La progressione nell’ambito è un aspetto molto importante da rispettare, anche se spesso si sottovaluta l’aspetto e si tende a passare rapidamente da un livello a quello successivo, per cercare di arrivare al quinto come traguardo finale. Cercate di considerare che l’intensità dello stimolo e livello non è direttamente proporzionale ai miglioramenti che si possono acquisire, ma è indispensabile rispettare rigorosamente la gradualità dei programmi, affinché gli adattamenti muscolari derivati dalla stimolazione s’instaurino e avvenga la necessaria supercompensazione. In altre parole non si deve passare di livello in livello con il progressivo aumento delle intensità di stimolazione. Da essa dipende il numero delle fibre muscolari che sono sottoposte alla stimolazione, mentre la natura e la quantità del lavoro svolto da tali fibre dipendono dal programma e dal livello. Quindi non è provato che il numero di fibre reclutate al lavoro corrisponda necessariamente una maggiore rapidità di miglioramento prestativo delle stesse, anche se a carattere generale è tanto maggiore quanto sono più numerose le fibre stimolate. Tuttavia, la velocità di progresso della forza delle fibre e la loro attitudine a addattarsi con uno stimolo più elevato dipendono dal programma e dal livello utilizzati, dal numero delle sedute settimanali, dalla loro durata e da fattori di risposta individuale a tali forme d’allenamento. Consiglio di salire di livello solo quando ci si è allenati per almeno due settimane con una cadenza delle sedute minima trisettimanale con lo stesso livello.
Regolazione dell’intensità della stimolazione. La regola è che la seduta sia svolta al massimo dell’intensità e il muscolo subisca una forte e visibile contrazione muscolare. Al di sotto di un’intensità di 30 mA, la stimolazione non è proficua per uno sportivo allenato, perché il reclutamento delle fibre muscolari a tali intensità elettriche è troppo esiguo per migliore signiicatamebnte le sue prestazioni. Nel programma di Forza E Resistenza all Forza il progresso del muscolo stimolato sarà tanto più evidente quanto è la maggiore è la percentuale delle sue fibre che il Compex – Sport fa lavorare. In un muscolo stimolato la percentuale delle fibre che lavora dipende dall’intensità elettrica espressa in mA, il cui valore è leggibile sotto l’istogramma a d’ogni canale. Tale intensità dipende com’è detto dalla progressione dello stimolo, dalla conduzione tra lo strato epidermico con il muscolo, l’adipe impedisce una buona conduzione elettrica, e soprattutto dalla tollerabilità individuale al grado di contrazione imposto: coi sono dei soggetti che riescono a tollerare frequenze fino a 70 mA. Per iniziare consiglio un a frequenza di 35-40 mA
Anche per acquisire una certa sensibilità al tipo di contrazione, per poi aumentarla di cinque mA ogni seduta per le prime quattro, e avvertire se il tipo di lavoro e ben tollerato ed è efficace.
Posizione del soggetto e del muscolo durante la seduta di stimolazione.
Per il programma della a forza e Resistenza all Forza la posizione del soggetto dpenderà dai muscoli che si dovranno stimolare, prendenndo come indicazione il corretto posizionameto degli elettrrodi. Per quanto riguarda il muscolo, è raccomandabile farlo esercitare isometricamente, ossia fissando le estremità dell’arto per evitare un movimento eccessivo..
Nella fase di stimolazione al quadricipite, ad esempio, la si può effettuare seduti sulla bicicletta, fissando con delle cinghiette i pedali in modo risultino essere paralleli al suolo e calzando gli scarpini bloccando il piede nei pedali a sgancio rapido. Il lavoro effettuato in questo modo ha il duplice scopo: da un lato farv lavorare il muscolo in una posizione simile a quella espressa nella pedalata dall’altro per limitarne l’accorciamento durante la contrazione. Oltre questo è possibile effettuare un lavoro dinamico alla leg press e al leg curl, nel qule è indispensabile effettuare la stimolazione dinamica contro resistenza di un carico tanto maggiore quanto più forte è l’intensità della stimolazione, e qunto più è elevato il livello dei programmi di forza, ma questa particolare metodica è sconsigliata se non viene eseguita sotto la supervisione di un tecnico molto qualificato ed esperto nel settore.
Da non dimenticare che quando si eseguono cicli di elettrostimolazione si deve aumentare la quota delle proteine consumate giornalmente con l’alimentazione e un’integrazione aminocidica a base di arginina la sera.