L’elettrostimolazione 1° parte

 

L’ELETTROSTIMOLAZIONE 1° parte

Per aprire l’argomento possiamo affermare che una soluzione che si prospetta all’atleta nel settore delle pratiche integrative all’allenamento è sicuramente quell’attinente all’elettrostimolazione transcutanea (E.S.T.)

Essa è entrata come metodo d’allenamento da poco tempo nel ciclismo, mentre in altri sport si è già affermata da molti anni sia a scopo riabilitativo sia allenante.

L’E.S.T.a bassa frequenza, è una tecnica medica applicabile a diversi tipi di terapia del dolore, medicina fisica, riabilitazione, medicina sportiva, reumatologia, riflessoterapia, ecc. Essa  si basa sul principio che la corrente di mozione a bassa frequenza è attivata da alcuni organi e parti del corpo umano, come il cuore, il cervello, i muscoli ed i nervi. Questa corrente passa attraverso il corpo sotto forma d’impulsi elettrici. Quando delle correnti di bassa frequenza, che agiscono come impulsi dei nervi sono applicati vicino ad un muscolo, esso riceve uno stimolo che ne causa la contrazione. L’E.S.T. impiegando un’azione pulsante a bassa frequenza per mezzo d’elettrodi applicati sui muscoli che ne inducono la contrazione, causata dal passaggio degli impulsi di mozione ai nervi situati vicino ad essi, simulando così gli effetti dei movimenti muscolari provocati da un’attività motoria più o meno intensa a seconda del tipo di frequenza impiegata. Questo stimolo elettrico che raggiunge il muscolo, determina essenzialmente l’incremento e il mantenimento della sua trofia, che in altre parole è il grado di tensione muscolare in condizione di rilassamento. Per questo l’E.S.T. è nata con finalità fisioterapeutiche, per favorire il recupero di muscoli atrofizzati a causa di traumi articolari o da immobilizzazioni da tutori, apparecchi gessati, ecc. Per mettere in evidenza le potenzialità dell’E.S.T. su un muscolo sottotono basti pensare che 20 minuti di stimolazione, eseguita con un’apparecchiatura di provata validità, danno un incremento delle capacità muscolari corrispondente a quello che si otterrebbe con 1500 ripetizioni naturali, eseguite con un carico vicino quello massimale. Questo, senza alcun lavoro di piegamento o flessione dei vari segmenti corporei, evitando così problemi di sovraccarico alle articolazioni, sia in condizioni post-traumatiche sia normali. Questa gran versatilità e spettro d’impiego per aumentare la massa muscolare e la forza attraverso l’E.S.T. quale supporto base dell’intervento riabilitativo totale, ha creato nell’ultimo decennio ad una notevole ricerca sui meccanismi che regolano il sistema nervoso centrale sul funzionamento della muscolatura, mirata ad altri possibili tipi utilizzazione altre a quella prettamente sopra menzionata. I frutti di questa ricerca hanno permesso di realizzare degli E.S.T. sofisticati e al massimo della funzionalità, di minimo ingombro e soprattutto di costo contenuto. Per questo attualmente gli elettrostimolatori sono impiegati come valido compendio in quasi tutte le discipline sportive, per la preparazione atletica di base e specifica, di mantenimento e di recupero. Personalmente sono dodici anni che lavoro con programmi d’E.S.T. applicati a numerosi sport, quindi ho potuto osservare l’evoluzione di questi apparati, che è cresciuta di pari passo ai risultati che si possono ottenere dal suo corretto impiego. Ribadisco il termine di corretto, perché non basta acquistare un E.S.T., che deve essere conforme a determinati requisiti tecnici e di sicurezza (diffidate di prodotti di non accertata fama), ma è fondamentale impostare dei programmi idonei ad ottenere un risultato che ci prefiggiamo nello sport e nel settore che pratichiamo. Risulta evidente che un velocista su pista, userà dei programmi diversi da uno stradista. Oltre questo si devono posizionare correttamente gli elettrodi sui muscoli che devono essere stimolati. Per non commettere errori è sufficiente affidarsi ai programmi in dotazione dell’elettrostimolatore, tenendo conto di quelli espresso sopra, e del giusto rapporto tra quantità e tempo applicativo, per l’ottenimento di buoni risultati senza cadere nell’effetto opposto. Oltre questo c’è da precisare che con l’utilizzo continuato dell’E.S.T., si dovranno variare alcuni parametri, perché come in tutti i tipi di contrazione, il muscolo tende a adattarsi ad un certo carico di lavoro, quindi risulta necessario variare o l’intensità dell’impulso o il tempo della seduta. Inoltre si deve considerare anche la variabile introdotta dalla resistenza dei vari tessuti corporei rispetto al campo elettrico dell’E.S.T., è un parametro che non è fisso ma che può mutare da soggetto a soggetto, e quindi è da ricercare individualmente.